Negli ultimi anni la storia del vino italiano e del web è una storia tormentata.
Una storia fatta di grandi passioni e fiducia ma, ahimè, fatta anche di scoramenti e delusioni. In certi momenti di sfiducia.
Insomma un amore mai sbocciato completamente.
E poi venne il giorno di Jack Ma. Il magnate cinese, fondatore della piattaforma Alibaba, colosso mondiale nelle vendite on line.
E il giorno non fu uno qualunque ma un giorno al Vinitaly, una delle principali manifestazioni dedicate all’universo del Vino.
Si sa, noi italiani siamo un popolo di “esterofili” e se il predicozzo ce lo fa uno del calibro di Jack Ma, che per giunta è pure un manager cinese vincente, il predicozzo lo prendiamo tutto.
Beh, in verità di cose giuste ne ha dette, non molte, ma di certo quelle che ha detto non potranno che far bene al “nostro vino”.
Il buon Jack, davanti a tutti i principali produttori di vino italiani (e non solo), in sostanza ha bacchettato il nostro “tutto italico” uso del web.
Senza mezzi termini, ci ha fatto sapere che usiamo poco o nulla il canale web e quindi le sue enormi potenzialità, per vendere on line un prodotto straordinario come il vino italiano. E se lo ha detto uno che in 18 secondi ha venduto nel mondo ben 100 Maserati… dobbiamo credergli.
“L’ecommerce – ha detto il CEO di Alibaba – può essere il naturale alleato del Vino italiano”. E ha continuato: “Ma credete poco nel fatto che il vino possa essere un prodotto capace di stare on line ad alti livelli”.
Insomma il fondatore di Alibaba ci fa sapere che forse crediamo troppo poco nella forza del nostro vino o magari ci abbiamo “lavorato troppo poco”, sia per quanto riguarda il marketing sia per la comunicazione. I francesi con il loro di vino hanno fatto sicuramente meglio. Ne è dimostrazione il fatto che proprio il mercato del vino francese in Cina è per il 55% dei cugini-avversari transalpini.
La saggia conclusione del buon Jack Ma è che il futuro del vino italiano è on line.
Qualcuno degli addetti ai lavori, comunque, a freddo, dopo il discorso ha dovuto ammettere che molti concetti non sono proprio nuovissimi. Li abbiamo già sentiti in Italia; se ne parla da tempo. Ma la verità è che, per certi versi, il web o l’attività di ecommerce, per il mondo del vino è stato “percepito” più che altro come una moda, un giochino, una semplice vetrina, per apparire più belli. E così molti produttori ed etichette hanno usato il giochino. Ma in realtà così, senza una vera strategia di marketing, non si è fatto altro che “rinnegare” la reale potenza e portata dell’ecommerce.
Qualcuno dei produttori presenti lo sta già facendo, cioè sta credendo in modo più concreto alla forza del web, alle sue prospettive reali. Qualcun altro lo vorrebbe fare ma non sa bene cosa fare e come farlo. L’ecommerce ha senso, come già accennato, se è inserito in un progetto di strategie ben più ampio. E proprio sulla prospettiva delle strategie si gioca tutto. E’ un po’ il problema di tutte le aziende italiane che mancano di una reale prospettiva e strategia. E questo già lo sapevamo.
E sappiamo anche che il mondo del vino, complesso, poliedrico e allo stesso tempo bellissimo, ha invece un bisogno enorme di strategie.
Purtroppo l’uso all’italiana del web e, in particolare dell’ecommerce, non serve ad altro che a creare una specie di etichetta, bella ma inefficace, per il vino italiano.
Il buon saggio cinese ci ha ricordato delle cose importanti ma che già sappiamo.
Per gentile concessione di Target Comunicazione.